Chi è abituato a frequentare le librerie di seconda mano, ed è attratto dal fascino dei libri vecchi e polverosi ovunque questi si trovino, converrà con me che non è certamente facile imbattersi in volumi con all’interno un ex libris. E se ciò accade, nove volte su dieci si tratta di fogli incollati sulla seconda di copertina almeno venti o trenta anni prima.
Probabilmente questo significa che sono pochi coloro che usano segnare i propri libri con un ex libris personale, e che l’ex libris è ormai un oggetto antiquato e dimenticato. Eppure ciò non e del tutto vero: si tratta semplicemente di una Variazione di uso, di una modificazione (una delle tante) originata dai tempi che cambiano. L’ex libris quale oggetto da collezione ha soppiantato l’ex libris “marchio di proprietà”, diventando una grafica d’arte commissionata e personalizzata, fatta per essere scambiata con altre similari. Questi cambiamenti fanno sì che spesso si gridi allo scandalo da parte di coloro che credono di essere i depositari e i difensori dell’ortodossia exlibristica. Eppure, anche nei primi decenni del Novecento, l’età d’oro dell’ex libris, esistevano i grandi ex libris da collezione, quelli, per intenderci, che non avrebbero mai “incontrato” un libro, perche il loro unico fine era di circolare fra gli appassionati.
E non ci si dica che nell’Ottocento e nel Novecento gli ex libris venivano usati con grande frequenza perché così si difendevano meglio i libri rari e preziosi. I libri, anche quelli antiquariato, costavano non certo più di oggi; si trattava semplicemente di una questione di costume. Era di moda avere a proprio nome uno o più fogli (che poi questi venissero sempre incollati sui libri è cosa tutta da dimostrare) e si faceva sfoggio di questo segno per dimostrare la propria appartenenza ad una determinata classe. Ma che poi non si trattasse implicitamente di una élite intellettuale lo dimostra il fatto che moltissimi uomini di grande cultura. Sia in Italia sia all’estero, non possedevano un proprio ex libris.
Se molti erano in passato coloro che avevano ex libris personali, e comunque vero che questa grafica così speciale (capace di coniugare la bibliofilia con il collezionismo d’arte) trovava la sua massima visibilità in occasione di mostre e di concorsi. Chi conosce la storia dell’ex libris moderno sa che alla fine dell’Ottocento nacquero un po’ ovunque le diverse associazioni exlibristiche nazionali, precedute e accompagnate frequentemente da mostre e da concorsi di successo.
In Italia, ad esempio, dove la prima associazione exlibristica risale al 1910 ma già nel 1904 a Venezia era stato bandito un concorso per un ex libris per biblioteche pubbliche, mentre nel 1905, a Milano, si organizzò un Concorso per scegliere un foglio per il municipio della città. Anche “D’artista moderno, rivista quindicinale illustrata d’arte pura ed applicata”, autorevole e diffuso periodico torinese, indisse un riuscito concorso exlibristico nel 1908. E a quello ne seguirono poi molti altri in diverse città.
Fra le mostre, a parte la VI Esposizione di Venezia (1905), in cui fu possibile vedere splendidi ex- libris di Aristide Sartorio, Alberto Martini e Alfredo Baruffi, importantissima per la conoscenza e lo sviluppo dell’ex libris fu la Prima Mostra Italiana di xilografia di Levanto, del 1912.
Da quei tempi lontani mostre e concorsi sono diventati molto frequenti un pò in tutto il mondo. Associazioni exlibristiche, biblioteche pubbliche, enti e istituti di vario genere si attivano ora per avere un ex libris d“uso ora per commemorare un personaggio illustre o per pubblicizzare un luogo o una istituzione. Cosi accade spesso che i concorsi exlibristici si interessino poco o niente della componente bibliofila dell’ex libris, ma vedano in questo essenzialmente una grafica d’arte di tipo commemorativo.
Forse cosi si “tradisce” la funzione per cui questi fogli sono nati, e sarebbe certo più opportuno abbandonare l’uso della parola ex libris, ma vi sono almeno due motivi che ci portano a pensare che sia utile continuare su questa strada.
Infatti, poiché la visibilità dell’ex libris d’uso (quello del passato, ma ancor più quello del presente) è ridotta. ai minimi termini, è chiaro che concorsi e mostre di ogni genere sono comunque titoli per divulgare l’ex libris nelle sue diverse espressioni. Accanto ai non numerosi studiosi ed esperti, che conoscono ogni suo segreto, ci sono altri che nulla sanno di ex libris, c che possono essere invogliarti ad interessarsene, e perfino a commissionarne uno per i propri libri.
E poi l’ex libris ha anche un altra componente propedeutica: può facilitare ad amare (e a collezionare) la grafica d’arte, sia contemporanea sia del passato. E perfino può dare maggiore visibilità al lavoro degli incisori di oggi, perché la Vitalità del mondo dell’ex libris è certamente superiore a quello della cosiddetta grafica libera.
Ma Veniamo ora a “Il Bosco Stregato” e alla sua caratteristica principale. Diversamente da quanto Viene fatto un pò ovunque, Vi hanno potuto partecipare solamente gli artisti invitati, scelti fra i più importanti che si dedicano abitualmente ad eseguire ex libris. Oltre a questi, l’invito è stato esteso ad artisti italiani che mai o raramente avevano inciso ex libris. ma le cui capacità sono ben riconosciute, e ad alcuni giovani che si sono messi in luce in questi ultimi tempi.
In Italia e in Russia, in Turchia e Francia, in Bielorussia e in Lituania, così come in Cina, in Argentina e in Giappone sono arrivati i nostri inviti e le risposte sono state numerose e significative, nonostante alcune iniziali difficoltà organizzative.
Gli esperti dell’ex libris, quelli che conoscono tutti gli artisti attivi in ogni parte del mondo, troveranno qui diversi nomi prestigiosi, ma avranno anche la sorpresa di vedere ottime opere di incisori che si accostano per la prima volta (e finalmente) all’ ’ex libris. Gli altri, quelli che poco o niente sanno di ex libris e di arte incisoria, siamo convinti che apprezzeranno la creatività e la Varietà, di tanti lavori nati dalla conoscenza di fiabe e miti, leggende e sogni, collettivi ma anche privati. Ecco perché alcune opere sono di più facile lettura, mentre altre sono meno immediate e richiedono un certo sforzo interpretativo; tutte però sono perfettamente aderenti al tema richiesto, pur nella differente sensibilità e nel rispetto della specifica cultura dell’autore.
Il lavoro della giuria non e stato facile: l’levata qualità artistica di molte opere giunte ha creato qualche (‘non certo spiacevole, e anche prevedibile) esitazione nel deliberare i premi, ma tutto è stato deciso in estrema libertà e senza preconcetti, come sempre vorremmo che accadesse in occasioni del genere in quei paesi stranieri noti per il loro sciovinismo.
Concludiamo con un doveroso ringraziamento a tutti gli artisti che hanno voluto partecipare a questa iniziativa, sperando di potere ancora contare sulla loro preziosa collaborazione in occasione delle prossime edizioni del concorso.
Remo Palmirani
Opere vincitrici del concorso
1°Premio | 2°Premio | 3°Premio |
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1°Premio Roberto Tonelli |
2°Premio Juri Jakovenko |
3°Premio Vladimiro Elvieri |
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