La vita è un biglietto da visita (figuriamoci poi se si è appassionati di ex libris). Quando nasci, un foglietto dirà al mondo che sei nato e tutti diranno che sei bello ed intelligente anche se non lo sei. Una serie di altri foglietti scandirà tutte le tappe più o meno importanti, fino all’ultimo appuntamento della vita che incontra la morte.
Se si crede, si avrà la fortuna di sperare di vivere nell’altra dimensione, oppure se si è agnostici, ma si hanno figli, questi saranno il prolungamento della vita che continua attraverso loro. Così avviene per tutti. Per Roberto Turlà non è così, perché sosteneva che: “chi ama l’arte vive due volte”. Adesso quindi sta vivendo la sua seconda vita, ma non come proiezione degli altri, ma proprio la sua (seconda) e me lo immagino sempre, ancora ironico, non smentendosi neppure quando la Signora è venuto a prenderlo. A chi vi scrive, fa piacere che sia così e che abbia titolo ad una seconda vita, serena, senza dolori. Nei numerosissimi contatti che abbiamo avuto scherzavo e lo chiamavo Santità e lui di rimando, sempre per celia, mi definiva il suo discepolo prediletto. Se lo fossi (mi piace però pensarlo) non lo so. Di sicuro ha avuto tanti discepoli (anche di ritorno) attirati dalla sua profonda conoscenza dell’arte (acquisita da autodidatta) con impegno assiduo, di ricercatore inarrestabile, amante del bello che l'arte esprime in tutte le sue forme, sempre accompagnata dal suo sottile sarcasmo che condiva i momenti della vita.
Per lui l’Arte era come il suo bisogno di golose ricette che offriva a tutti noi.
Il merito di averlo conosciuto lo devo a diversi amici: Remo Palmirani che organizzò una mostra a Modica, presso la Galleria d’Arte, “La Regina di Quadri” e mi parlò entusiasta di Modica, della Galleria e di Roberto Turlà; un altro, alcuni anni dopo fu Carlo Sanvitale, presidente di Progetti Farnesiani della bellissima Ortona e poi ancora Pavel Hlavaty e Pierre Lindner, già vincitori del Concorso internazionale “Il Bosco Stregato” . Forse altri me ne parlarono, ma quelli citati sono stati determinanti perché telefonassi a Roberto Turlà e fu amicizia istintiva, istantanea, intesa immediata, fatta di sintonie che non avevano bisogno di nulla per rinsaldarsi, rafforzata da un mare di telefonate fino al momento in cui lo conobbi nel settembre 2008, direttamente a Modica – una delle sette meraviglie d’Italia da salvare – per allestire con lui una mostra del Concorso il Bosco Stregato.
Purtroppo altre non ce ne sono state.
Ricordo, come fosse ora, quando lo vidi per la prima volta nel centro storico di Modica Ibla e fu come l'incontro nella "casa del Bosco" e l'impegno, fatto di sguardi e di tante parole, assillati dalla fretta (inconsapevole e inconscia) di progettare insieme, per sempre. C'è solo il rimpianto per non esserci conosciuti prima, in un continuum, fatto anche solo di semplici sorrisi che riscaldano l'anima e di progetti rimasti, per sempre, nel cuore e nell'anima.
Stroncato a 60 anni, dal male del secolo, Roberto è stato un grande operatore culturale nella città di Modica ed ha fondato la mitica associazione " La Regina di Quadri", negli anni ’80, aprendo una Galleria d'arte nel centro storico della città dove sono stati accolti e presentati, molti tra gli artisti emergenti di tutta Europa.
Pur agendo in modo autonomo da autodidatta, fu dotato di un entusiasmo incredibile e di altrettanta fantasia ed arguzia. Turlà ha pure organizzato la rassegna "Bianco e Nero" che divenne punto di riferimento per la grafica. Tra le iniziative da lui promosse, anche la pubblicazione di un mensile dedicato all’arte e l’avvio del primo nucleo del museo "Le due matrici" che il grande Collezionista voleva destinare a galleria per la grafica, ma il cui progetto non è andato in porto, a causa della sua prematura scomparsa.
Per dirla con Jonathan Swift, visione è l'arte di vedere e sognare le cose che gli altri non vedono e Roberto Turlà le ha sognate tutte.